Edward Bach (1886-1936), medico inglese di origini gallesi, è l’uomo che ci ha lasciato in eredità la floriterapia.
Bach non era soddisfatto di come la medicina si concentrasse sulla malattia trascurando invece i malati, divenne batteriologo con un discreto successo, si dedicò all'omeopatia ma, anche in questo caso, riscontrò lo stesso problema.
Dopo che gli venne diagnosticato un tumore incurabile, lasciò la sua redditizia attività a Londra e si staccò dal mondo e dalla medicina (volle farsi considerare solo un semplice erborista), per cercare nella Natura il nuovo sistema di cura che desiderava.
Ritornò nel Galles nel 1934, il Dr. Bach trovò Mount Vernon, un piccolo cottage a Sotwell nello Oxfordshire. Questo gli sembrò il posto adatto in cui stabilirsi e completare le sue ricerche affidandosi all’intuito e alle sue naturali doti troppo distanti da quelle dei normali medici.
Bach scoprì i suoi fiori osservandone la forma, il modo di nascere e di svilupparsi e li comparò ai vari aspetti della natura umana. Egli intuì che i fiori, essendo anche loro inseriti nel mondo naturale, potevano sprigionare la loro energia entrando in vibrazione con la persona che manifestava comportamenti simili al fiore stesso.
Il simile cura il simile ed il contrario...in particolare il fiore stimola la qualità opposta al difetto che si vuole correggere.
Anche i popoli primitivi, senza il supporto della scienza attuale, sceglievano i rimedi in base alla segnatura, cioè in base a determinati segni che coglievano nelle piante.
In questo modo trovò negli anni i rimedi che cercava: semplici fiori privi di qualunque valore ornamentale, ognuno dei quali adatto a riequilibrare un determinato stato emotivo o mentale e, in tal modo, a sbloccare il potenziale di autoguarigione delle persone (proprio per tali presupposti l’utilizzo dei fiori rientra a pieno titolo nella naturopatia).
Egli riteneva che questo fosse l’unico modo per “guarire” realmente dalla sofferenza fisica, vista come una diretta conseguenza dei mali dell’anima.
Poco prima della sua morte avvenuta nel 1936, pregò i suoi assistenti Nora Weeks e Victor Bullen di proseguire il suo lavoro, cioè la produzione delle tinture madri, e di insegnare ad altre persone come impiegarli.
Bach si spense nel sonno, a cinquant’anni, molto tempo dopo quella terribile prognosi.
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